Secondo una leggenda il Buddha nel presentimento della sua fine terrena, chiamò a raccolta tutti gli animali della terra, ma di questi solo 12 andarono ad offrire il loro saluto.
Come premio per la loro fedeltà il Buddha decise di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno dei 12 animali accorsi.
Il topo, furbo e veloce di natura, arrivò per primo.
Il diligente bue arrivò secondo, seguito dall’intrepida tigre e dal pacifico coniglio.
Il drago arrivò quinto seguito subito dal suo fratello minore, ovvero il serpente.
L’atletico cavallo fu settimo e l’elegante capra ottava, subito dopo arrivò l’astuta scimmia, e poi ancora il coloratissimo gallo, il fedele cane per poi finire con il fortunato maiale che arrivò appena in tempo per salutare anch’egli il Buddha.
Secondo un’altra leggenda, l’Imperatore di Giada, già sovrano del Cielo e della terra da parecchi anni, decise di visitare la Terra personalmente. Si stupì nell’ammirare le curiose creature terrestri. Decise di prenderne dodici, da portare al Cielo, per mostrarle agli esseri divini.
Gli animali che portò via furono: un topo, un toro, una tigre, un coniglio, un drago, un serpente, un cavallo, una capra, una scimmia, un gallo, un cane e un maiale.
Il gatto, il più bello degli animali, chiese al topo di informarlo il giorno in cui l’Imperatore di Giada sarebbe venuto a prenderli. Ma il topo, geloso della bellezza del gatto paragonata alla sua, non lo informò. Conseguentemente, il gatto non si presentò all’arrivo dell’Imperatore di Giada, e fu sostituito con il coniglio.
L’Imperatore di Giada, affascinato dagli animali, decise di attribuire ad ognuno di essi un anno del calendario. Quando il gatto venne a sapere cosa era successo, si arrabbiò furiosamente con il topo. La leggenda vuole spiegare anche l’origine dell’inimicizia tra gatti e topi.